VACANZE E FERIE
Oltre i classici periodi al mare in giro per l'Italia, da Brescia, che ha una provincia ricca di contesti differenti, ci si trasferiva verso laghi e montagna, oppure su piste per sciare. Con motorino, motocicletta, automobile, roulotte o camper. Dagli album di Roberto e Mirella e non solo dai loro, sono arrivate tante immagini che ricordano come era d'estate il mondo delle spiagge.
Gianni e Mirella... A chi conosce bene Gianni, sportivamente parlando, apparirà quasi strano vederlo con il pallone che per colori veniva associato all'Inter. Il pallone se non sbaglio è il mitico Elite, diffuso già negli anni settanta. Era in vari colori e simulava con la grafica le cuciture dei palloni di cuoio. Volava, così si diceva, perché lo tiravamo e una volta in velocità prendeva traiettorie eolico-anarchiche :-)
Fotografia donata da Ivan Zampedri. Lo si vede a destra con una fascia al gomito. A sinistra, con maglia chiara e braccia alzate c'è Fabio Pasquali. Alle loro spalle, da sinistra a destra, si riconoscono anche Ricky Genovesi, Riccardo Palatini, Claudio Panni, Daniele Attanasii e Carlo Poli. Tranne Palatini, che se non ho capito male è scomparso nel 2021, gli altri ragazzi nell'immagine li ho conosciuti tutti bene in oratorio. E li sentivo parlare spesso dei periodi a Carvanno. Sentivo raccontare di certe avventure ma non ho mai avuto occasione di esserci. Mi ricordo che mi dava un po' fastidio sentire di come si divertivano tutti, anche facendo scherzi di notte. Probabilmente ero invidioso.
Fotografia e commento di Natascia Esposito: Siamo a Carvanno nel 1985, stiamo facendo una piramide. Dal basso: Monja, Morena, Natascia, Monica... sopra Daniela Ferrari e Micaela Tonelli e sopra ancora Rossella (madre di Daniela) e don Renato..."
Aggiungo io... sopra Morena e Natascia c'è una ragazza, che se non erro dovrebbe essere Emanuela.
Rossella, mamma di Daniela Ferrari era tra le persone in oratorio che avevano la R moscia. Se la fotografia è del 1985, come indicato da Natascia, era il primo anno di don Renato a San Faustino.
"... Eravamo a Carvanno da bambine. Quella con la maglietta gialla è Monica Poli, quella con la maglietta rossa è Simona Oliva, quella dietro le foglie che si intravede è la Micaela Tonelli, io sono quella con la gonna azzurra, quella accanto a me con la maglia bianca è Isa..."
Non avendo purtroppo a disposizione tante fotografie vecchie mie, pubblico quel poco che ho. Non si tratta degli anni ottanta ma degli ultimi anni settanta. Una vacanza al mare, nelle Marche, Ascoli Piceno, zona lido di Fermo. I due Amedei in spiaggia :-) io steso. Relativamente a quegli anni c'erano nella mia famiglia mille menate sull'orario del bagno. Se mangiavamo a mezzogiorno, fino alle 16 non potevamo entrare in acqua. Fa niente se poi dalle 16 facevamo il bagno con la burrasca o senza nessuno che ci controllava. La paranoia diffusa in famiglia era una fobia esasperata correlata a eventuali congestioni e riguardava esclusivamente le ore trascorse dal pasto. Una volta trascorse quelle ore, carta bianca su tutti gli altri pericoli da affrontare :-)
Sempre Ascoli...
C'è Marco in questa immagine donata da noi due "Amedei". In quegli anni per noi bambini non c'erano modi tecnologici come oggi per distrarsi e io forse proprio per questo ero più attento a quel poco che potevo fare. La radio mandava canzoni con pochissima pubblicità e riguardo quelle italiane piacevano sia agli adulti che ai giovani. Non credo ci fosse, entro certi limiti, tra grandi e piccoli quel divario di gusti musicali dell'oggi. Si giocava con biglie di plastica nella sabbia, i classici paletta e secchiello, il pallone. Anche le bocce e immancabilmente al ritorno a casa ci si accorgeva di averne persa qualcuna. Il mio libro dei compiti delle vacanze rimaneva chiuso. Osservavo il passaggio ripetuto di aeroplani, soprattutto il pomeriggio, con uno stendardo pubblicitario a creare una lunga coda, ed ero attirato dal suono del motore che si perdeva a pelo d'acqua. A pochi passi dalla spiaggia c'erano, parcheggiati in stile automobili, dei pescherecci color rosso e panna. Partendo da Brescia per la novità di una vacanza, c'era in me entusiasmo. Quando si cominciava ad arrivare in zona mare la sensazione era esaltante. Così come, al contrario, l'inizio del viaggio di ritorno, quando ci si allontanava dalla zona di villeggiatura, mi pareva una tragedia...
Monte Maddalena, anno 1958 credo. Un monte a due passi dalla nostra città, che ogni anno veniva e viene tutt'oggi invaso dalle persone per svariati motivi, dalla ricerca del fresco al passeggio sui sentieri, dal pasto cucinato all'aperto, alla raccolta di more, castagne e funghi. Poi ci sono i podisti, i ciclisti, a volte feste della montagna ed eventi affini. E non c'è da dimenticare che con gli anni il monte è divenuto meta di chi pratica parapendio, deltaplano, ciclo cross. E che dire poi della tintarella e delle aree frequentate da coppie e misteriosi singoli :-) Un monte insomma sul quale non manca nulla, nemmeno i ristoranti...
Altra immagine dell'estate, precisamente quella del 1980, quindi il primo anno di un decennio che non solo dimenticare è veramente difficile ma che è proprio il decennio a cui tutto Sanfablog gravita attorno. Se non erro a riportare il testo... "Osvaldo, Walter, Cilù, Cinzia, Patrizia, Mauro, Claudia, Monia". Tra le fotografie donate da Mauro Agretti, oltre al tema vacanze, in più di una ho trovato utile o interessante anche il retro con scritte e riferimenti o disegni...
Io amavo il mare, il lago, la piscina, ossia qualsiasi luogo con dell'acqua in cui tuffarsi e nuotare. Avevo la fissa del bagno, della spiaggia di sabbia e di quella sensazione di libertà che solo una quantità smisurata di acqua visibile fino all'orizzonte può dare. L'odore stesso degli abbronzanti mi faceva morire. Queste fotografie sono interessanti anche ad esempio per ricordare lo stile dei costumi. Ci sono, Nunzia, Lara e Alesandra. Non ricordo o non riconosco la ragazza tra Nunzia e Lara...
A casa di Cilù, durante la ricerca nella montagna di belle foto, questa era sfuggita un po' a tutti. E' stata la sorella di Mauro a notarla. Noi eravamo distratti dai discorsi sul vecchio Carmine. Ivan ha la paina. In quel periodo i suoi genitori non sapevano o comunque non volevano che fumasse, ma faceva come me e mio fratello, si fumava e basta. Io, Marco e Ivan, dormivamo in una tenda canadese piccolina, praticamente ci svegliavamo di notte che eravamo uno incollato all'altro. Sono quelle cose assurde che quando le vivi ti fanno incazzare, ma quando le ripensi decenni dopo ti divertono e ti fanno pure provare nostalgia. Il Campeggio aveva una sua piccola spiaggia privata, che però utilizzavamo poco. Trascorrevamo tempo nella piscina, grande, che era a pochi metri dalla nostra tenda. Inizialmente la presenza di Ivan in campeggio era apparsa un ostacolo insormontabile. Certi genitori dicono di no ai figli, magari per dubbi o apprensione. I genitori di Ivan forse non avevano piacere di saperlo lontano da casa. Ma quando è arrivato il momento di scegliere davvero, lo hanno accontentato e gli hanno dato l'ok. Ricordo che Ivan non aveva tanta confidenza con l'acqua, nel senso che il nuoto non era il suo forte...
Negli anni ottanta, ultimo decennio senza internet, sapevamo delle vacanze degli amici perché alcuni iniziavano giorni prima a raccontare dove sarebbero andati e per quanto tempo. Altri partivano senza anticipare nulla e tanti giorni dopo li si ritrovava a sorpresa, abbronzatissimi. Ci si raccontava ciò che era accaduto e della gente conosciuta, soprattutto se erano capitati episodi assurdi. Si usava inviare a parenti e amici cartoline, più o meno tutte simili per immagini e testo. Oppure tra nuovi amici conosciuti in vacanza, ci si prometteva per il futuro di scriversi a vicenda, di rimanere in contatto. Ma non accadeva quasi mai.
Marco Franchi in un'immagine relativa alla vacanza dell'estate 1982, quando io, lui e mia madre eravamo a Venezia. Il cane, credo fosse di una signora che alloggiava nel nostro stesso albergo e che ogni tanto faceva due passi con noi. I giorni erano quelli del mondiale di calcio. Ho visto infatti delle partite e per la prima volta in vita mia su uno schermo gigante all'aperto, in un parco allestito per bere e mangiare. C'era un casino di gente per la finale. Terminata la partita alcuni si sono tuffati nell'acqua a pochi passi dalle fermate dei battelli. A Venezia, città che il mondo ci invidia, ci ho trascorso due vacanze e più volte da giovane ci sono andato, in treno, con la mia famiglia. Per me che da bambino a Brescia ero abituato a stare tutto l'anno in una via, Venezia mi dava l'impressione di un un parco dei divertimenti. Acqua, gondole, bancarelle, luci, gente in giro giorno e notte. Talmente assurda e bella da non sembrare nemmeno reale...
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