MICHELE ZAMPEDRI

La Z di... Zampedri. Fotografia proveniente dagli album di Ivan. Da alcuni particolari sullo sfondo, poco visibili, mi pare sia stata scattata in oratorio. Michele, al centro, è con Ivan e sua sorella Lucia. Michele e Lucia abitavano in via Calzavellia, in una casa in cui poi negli anni ha abitato anche Ivan con sua madre. Tra l'altro ultima casa di Ivan in zona Carmine. Negli anni ottanta, Michele arrivava in oratorio, anche se non spesso, e rimaneva buono e tranquillo, ma solo per qualche minuto. Sceglieva la sua vittima, a volte stressava mio fratello Marco o Gianni. Poi cominciava. Prima ti veniva davanti al viso a fare le facce e ripeteva in continuazione le frasi e i tormentoni del Drive In. Poi iniziava a toccarti, il naso, un orecchio, poi un colpetto sulla spalla, oppure si avvicinava a qualcuno fingendo di dormire, si appoggiava di peso, ma sempre più di peso, fino a quando faceva perdere la pazienza. E solo quando gli urlavano di smetterla, iniziava a provarci gusto davvero. Quando Gianni parlava con qualcuno, lui gli si metteva accanto e lo fissava in silenzio. Lo fissava e gli si avvicinava sempre più al viso. Cercava la reazione a tutti i costi. Sapeva che prima o poi lo avrebbe fatto incazzare. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto voltarsi di scatto e scappare. Sembrava che Michele si presentasse in oratorio esclusivamente per far incazzare qualcuno, mai però da cattivo, mai offendendo o litigando seriamente. Per gioco. Quando rompeva le balle, quindi spesso, sarebbe stato in grado di far perdere la pazienza anche a un monaco tibetano in trance. Suo padre, Amerigo Zampedri, è morto nel periodo e me lo ricordo abbastanza bene. Mi ricordo anche il giorno in cui Ivan mi ha detto della sua morte. Sua madre, Palmira Brocchi, scomparsa anche lei, me la ricordo meglio. L'ho conosciuta abbastanza bene e con Ivan le abbiamo fatto più volte visita a casa. Mi sono fermato da lei qualche volta anche a pranzo. Mi stava simpatica. Sempre con la paina accesa tra le dita e poi rideva in modo strano, tipo le streghe dei cartoni animati. Qualcuno se non ricordo male chiamava Michele "Palomino". Michele però non gradiva affatto essere chiamato in quel modo. Il suo modo di vestire di allora ricordava un po' le mode del decennio precedente. Da giovanissimo era un vero terremoto. Tra le sue innumerevoli vittime, sfotteva anche Chiara Piconese e la chiamava "Paciugo".

Un ben noto locale che era a pochi passi da casa di Michele.






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