ASILO E SCUOLA
Si tratta della fotografia di una classe in gita, a Venezia, donata da Emanuela e mostra più persone a noi ben note. Tanti ragazzi che ho conosciuto, anche se di alcuni non ricordo il nome. Se non sbaglio era già settembre quando riprendevamo tutti ad andare a scuola per frequentare un nuovo anno. Con il tempo mi occuperò di inserire tutti i nomi e alcuni riferimenti. C'è pure modo in questo caso di ricordare uno dei fratelli Cerasuoli, mi pare sia Adriano, tra i tanti ragazzi scomparsi.
Mi pare si tratti della stessa classe. Oltre Emanuela riconosco uno dei fratelli Capillo, un Berardi, Monica, uno se non ricordo male si chiama Simone, Inglis, Giusy, Uno dei fratelli Cerasuoli, forse Ettore. Elenco che allungherò o nel caso correggerò.
Katiuscia Gaffurini è un'altra di quelle persone che hanno contribuito non poco all'evolversi e all'arricchirsi del Sanfablog. Davvero belle e importanti le immagini, che mi hanno inoltre illuminato su una questione extra non prevista: negli anni ottanta, ma anche dopo, io ho sempre dato per scontato che molti ragazzi da me conosciuti in oratorio fossero arrivati dopo di me e provenienti da chissà dove. In realtà erano quasi tutti nati e cresciuti lì in zona.
Alcuni li riconosco o credo di riconoscerli. In ordine sparso, Claudio e Ivan, Emanuela e Daniele che poi mi pare si chiami Domenico, Simona Oliva che è scomparsa nel 2022, Monica, forse Gabriele. Ma avrò modo di definire e di inserire più nomi.
Fotografia donata da Natascia, con relative informazioni: "... Non ricordo esattamente l'anno, doveva essere il 1980. Stranamente io compaio con un vestitino rosso da femmina (cosa abbastanza insolita, ma doveva essere l'ultimo giorno di scuola o qualcosa del genere, oppure in casa non avevo nulla da mettere!!!). La classe è composta da: Maestre Frassine (la nostra maestra) e la Inno (famosissima alla Calini in quegli anni). Dal basso partendo da sinistra: Massimiliano (credo) Tomasi, Tiziano Calò. Scalino sopra: Elena Terraroli Jonny Cutillo, Simona Oliva, Fabio Pasquali... poi c'è una bambina che non riconosco... Al centro la maestra Frassine, alla sua sinistra ci sono io e alla sua destra una ragazza che era anche alle mompiani... Ancora sopra da sinistra: Anna Saiani, Francesca Quaglietti (la più brava della classe) Riccardo Genovesi e Mario Pioselli (gemello). Mancano certamente: Dimitri Porta e Massimiliano Covatti, entrambi facevano parte della mia classe. Non so come mai non ci fossero quel giorno..."
IL COMMENTO DEL GENNAIO 2011 DI MAURO-CILU': "... qui siamo alle Medie. Giordano è cresciuto di statura. Accanto a Lui, alla sua destra c'è Morisano Fancesco, poi Caburosso Vincenzo, poi un certo Aquila (che oggi non c'è più) ed infine Massimo Usardi detto "minimo" fratello di Franco. Nella seconda fila riconosco un po tutti ma non ricordo i loro nomi se non Pinuccio quello con la maglia a maniche corte a righe trasversali... Pino è il Figlio del gestore delle mitiche Pimpinelle... tra le seconda e terza fila un volto ormai conosciuto. Roberto Berardi... nell'ultima fila il primo a destra con gli occhiali è Germano Codenotti, accanto a Lui Sandro Giannoni..."
"Oui" era il mio libro di francese per la prima media. Sono arrivato alle Mompiani ad anno già iniziato e in segreteria mi hanno chiesto "preferisci studiare inglese o francese?". Ho risposto inglese... e ovviamente mi hanno messo in una classe con il francese. Ma la curiosità vera è che lo stesso anno, pochi mesi prima, mi era capitata la stessa identica scena alla scuola media del villaggio Prealpino. Delle Mompiani il miglior mio ricordo è il metodo di insegnare di una professoressa di educazione artistica e mi riferisco al periodo dei primi anni ottanta. Non ricordo il nome però. Ricordo vagamente il viso, i capelli lunghi e castani chiari. Scuola che hanno frequentato tanti carmelitani e che è senza dubbio nei ricordi di chi è vissuto in quella zona. Il libro OUI me lo ha venduto, usato, un compagno di classe, che ne possedeva due. La professoressa di francese era una mora. Avevo Negretti come professore per le lezioni di musica e Miglioli per educazione fisica. E ricordo che non tanti giorni dopo è arrivata una ragazza nuova nella nostra classe, Natascia Esposito. "... Mi chiamo Natascia Esposito...", così ha esordito, stando in piedi accanto alla cattedra. Poi ha aggiunto altro. In quella classe c'erano altri ragazzi con i quali avrei poi avuto a che fare in oratorio e al Carmine negli anni successivi.
Le fotografie delle aree interne della scuola Mompiani provengono dagli album di Roberto Berardi e Mirella Taglietti...
Io ho frequentato le Mompiani, anche se dire frequentato forse non è corretto. Il mio primo giorno non era il primo giorno dell'anno scolastico. Sono arrivato, come già scritto sopra, qualche giorno dopo. Mi ricordo che mi ha accompagnato mia madre da via Paitone a vicolo Dell'Anguilla. Camminavo davanti a lei e nei pressi della scuola mi sono specchiato nel cristallo di un'automobile. A quei tempi la gente poteva parcheggiare ovunque. Personalmente ho vari ricordi, anche del doposcuola e della mensa con i tagliandi per il pasto. Doposcuola che per quanto riguarda me si è rivelato non solo inutile ma deleterio. Avevo frequentato tutte le 5 elementari a Chiesanuova ed esclusivamente il mattino perché non c'era scuola il pomeriggio. Già tolleravo a fatica doverci stare tutto il mattino. Con orario prolungato al pomeriggio, tra l'altro in una scuola per me nuova, tra gente che non avevo mai visto prima, si è prolungato conseguentemente il mio odio per gli studi in generale. A prescindere dall'utilità della scuola che quando si è giovanissimi non la si percepisce nell'insieme, avvertivo l'obbligo di doverci stare come una forma di detenzione. Nel pomeriggio poi concludevo poco o nulla e facevo le cose senza voglia. Peggio che il mattino. A volte, non so perché, ci facevano uscire qualche minuto prima dalle aule e ci ritrovavamo tutti ad aspettare la campanella in cortile, pronti ad andarcene. La scuola Mompiani ha contribuito, oltre che all'educazione e all'istruzione di tante persone, anche a scrivere parte della storia del quartiere e della zona.
"... Il Maestro è Domenico Bettinelli. Partendo da sinistra in alto: Antonello Forgiano (oggi *2010 buttafuori nei locali notturni), Roberto Cantarella (oggi *2010 pasticciere), poi Viviana, Luisa, Cinzia Pagnoni, Yuri (oggi *2010 guida i bus), Ivan Salomoni, Francesco Morisano (ai tempi il più grande amico di Cilù, oggi *2010 ingegnere in Germania). Sempre da sinistra, Bruno Mombelli, Monica, poi una ragazza ma Cilù non ricorda il nome, poi Emanuela Pampolari. In basso da sinistra ci sono Dimitri Zanardelli, Oscar Rossini (Figlio dei titolari dell'oreficeria Ribola), poi Lucia Scalvini (sorella di Brunetto), Giovanna (oggi *2010 psichiatra), Aurora Castiglioni (figlia dei proprietari della salumeria Castiglioni che è tra i pochi negozi rimasti dell'epoca in San Faustino, forse l'unico), Marco Iachellini (il braccio glielo ha rotto proprio Cilù giocando a calcio e il padre di Iachellini aveva una bancarella in Piazza Rovetta), Ivano Abeni (che abita ancora oggi in Via San Faustino) e poi l'ultimo che si chiama Paolo..."
Le fotografie delle aree interne della scuola Mompiani provengono dagli album di Roberto Berardi e Mirella Taglietti...
Io ho frequentato le Mompiani, anche se dire frequentato forse non è corretto. Il mio primo giorno non era il primo giorno dell'anno scolastico. Sono arrivato, come già scritto sopra, qualche giorno dopo. Mi ricordo che mi ha accompagnato mia madre da via Paitone a vicolo Dell'Anguilla. Camminavo davanti a lei e nei pressi della scuola mi sono specchiato nel cristallo di un'automobile. A quei tempi la gente poteva parcheggiare ovunque. Personalmente ho vari ricordi, anche del doposcuola e della mensa con i tagliandi per il pasto. Doposcuola che per quanto riguarda me si è rivelato non solo inutile ma deleterio. Avevo frequentato tutte le 5 elementari a Chiesanuova ed esclusivamente il mattino perché non c'era scuola il pomeriggio. Già tolleravo a fatica doverci stare tutto il mattino. Con orario prolungato al pomeriggio, tra l'altro in una scuola per me nuova, tra gente che non avevo mai visto prima, si è prolungato conseguentemente il mio odio per gli studi in generale. A prescindere dall'utilità della scuola che quando si è giovanissimi non la si percepisce nell'insieme, avvertivo l'obbligo di doverci stare come una forma di detenzione. Nel pomeriggio poi concludevo poco o nulla e facevo le cose senza voglia. Peggio che il mattino. A volte, non so perché, ci facevano uscire qualche minuto prima dalle aule e ci ritrovavamo tutti ad aspettare la campanella in cortile, pronti ad andarcene. La scuola Mompiani ha contribuito, oltre che all'educazione e all'istruzione di tante persone, anche a scrivere parte della storia del quartiere e della zona.
L'interno mi ricordava ambienti da chiesa. A quel tempo ignoravo i motivi. Ignoravo un po' tutto. Riguardo i ragazzi poi ritrovati in oratorio gli anni successivi, ricordo, tra gli altri e pure di altre classi, Angela che oltre ad essere in classe con me abitava come me in via Paitone. Poi Yuri, Alfredo, un altro Claudio, Natale, Massimo Scopo, Mario e Ivan Pioselli, Cristina, Monja, Beppe del bar Pico e poi Italo, che probabilmente non era mio compagno di classe ma era in una classe che faceva ginnastica con la mia. Ricordo un suo litigio con il professore Miglioli per la decisione di Italo di non partecipare attivamente all'ora di ginnastica. Si usava dire "pompa Miglioli" in quanto il professore dava l'idea di ingigantire eventi che raccontava. Durante un qualsiasi pomeriggio di doposcuola mi sono recato con tutta la classe in castello, a piedi. Mentre di ritorno a scuola scendevamo verso via san Faustino, qualcuno mi ha parlato per la prima volta dell'oratorio di san Faustino.
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