SIMONE BERARDI

Simone è nato nel 1983, quando il quartiere Carmine sotto certi aspetti si avviava lentamente verso una svolta. Ed è orgoglioso di quel suo vissuto. Durante una cena ha detto che dopo aver abitato al Carmine, in quella zona, si viene via lasciando lì qualcosa e che chi è stato lì in un certo senso poi può andare ovunque; come dargli torto. Quando ho occasione, come è accaduto a casa dei Berardi nell'ottobre del 2010, di parlare del Carmine e di San Faustino, mi accorgo del legame della gente con la zona e con quegli anni. Questa immagine fa parte di una
 serie di fotografie donate dalla famiglie Berardi e Taglietti. Si vede un giovanissimo Simone, oltre a particolari interessanti per i ricordi. Non siamo al carmine e la casa dovrebbe essere quella di Fiumicello. Si notano anche biciclette del periodo e pure i mitici sandali per bambini e ragazzini, ma non solo. La sedia stessa riporta a decenni del passato. Se non ricordo male, la famiglia di sua mamma Mirella, ha abitato in vicolo San Paolo nella zona di Piazza Tebaldo Brusato, poi a Fiumicello...

Le immagini donate dalla sua famiglia contengono anche alcune serie. Una riguarda una giornata trascorsa al
 vecchio impianto delle piscine di Mompiano, che oggi è ben differente. Si vede Simone, con suo papà Roberto. I ricordi che conservo io delle mie giornate in quelle piscine, non sono molti, però ci sono stato qualche volta e mi piaceva un casino. Ci andavo a piedi durante i mesi in cui ho vissuto al villaggio Prealpino e ci sono andato spesso in autobus, in bici e pure con i pattini a rotelle quando abitavo al Carmine. Anche se si arrivava parecchio prima dell'apertura dei cancelli c'era già un casino che non finiva più. La gente a volte addirittura spingeva in coda alle ringhiere all'ingresso. Ho assistito anche a scene con discussioni animate del genitore di un bambino contro il genitore di un altro bambino, e il tutto solo per un posto avanti o indietro in coda alla cassa. Si arrivava agli spogliatoi, ci si metteva in costume, e prima di accedere alle vasche era d'obbligo attraversare quei mini tunnel che bagnavano il corpo. Il brevissimo tunnel dei maschi era diritto, quello delle femmine mi pare fosse differente. Mi ricordo un bagnino di una certa età che era abbastanza severo. Dava direttive e ordini, ma non lo cagava mai nessuno. C'era, mi pare, un divieto relativo ai tuffi, tranne che nella piscina centrale. Mi ricordo di quando hanno messo l'obbligo della cuffia in testa. A un certo punto ricordo che io e Marco abbiamo fatto pure una sorta di abbonamento che costava poco o nulla...

Piazza Rovetta o possiamo dire Largo Formentone. Nell'immagine si vedono Simone Berardi e un'amica. E Sullo sfondo l'ormai andato in pensione primo camioncino per patatine fritte e bibite in città. Il primo in assoluto nelle serate in centro, credo ma potrei sbagliarmi. L'intero centro città era cosparso di coriandoli, stelle filanti, schiuma da barba, resti di scherzi utilizzati e qualche manganello giocattolo di plastica piegato o danneggiato irreversibilmente. Numerose compagnie di ragazzi arrivavano anche dai paesi. A carnevale, un po' come all'ultimo dell'anno, si può immaginare per qualche ora, seppur ovviamente nei limiti della legalità, di poter fare ed essere qualsiasi cosa. Ho scritto sul blog di quel noto Michelone che andava a cartoni. Michelone tra tanto darsi da fare, aiutava anche i venditori di Piazza Rovetta. Borbottando in continuazione, spingeva fino in piazza alcuni dei lunghi carretti; quelle bancarelle in legno su ruote che hanno tenuto viva la storia antica del quartiere fino agli anni ottanta e oltre. Li spingeva e parcheggiava, a volte a gran fatica, con sopra già la merce da vendere. E la sera li riportava nei magazzini dei loro proprietari. Spesso c'erano varie borsine appese ai carretti. In questa Piazza negli anni ottanta ce n'erano numerose di bancarelle e sotto certi aspetti era tra i luoghi della zona più suggestivi in assoluto. Tra gli altri venditori, ricordo la bancarella dei Gritti con l'abbigliamento, la bancarella di quel Claudio biondo, ma non ricordo cosa vendeva. Poi abbiamo conosciuto tutti un ragazzo e sua sorella, ben noti anche in oratorio, che vendevano scarpe. Poi ancora, la bancarella della famiglia di Tino Testa. Della famiglia Testa ho conosciuto bene Tino in oratorio, bravo a giocare a calcio e mi par di ricordare sua sorella e di sua madre. Per chi ricorda, c'era anche una bancarella di giocattoli. E chissà quante ne dimentico. Ricordo pure una piccola fontana da muro...

Simone giocava a calcio. Non ho mai visto lui giocare, ma in campo in oratorio ho visto spesso suo papà Roberto e suo zio Walter...




















C'è anche Simone, di spalle, in questa immagine. Mi pare sia l'esterno della chiesa di San Giovanni. Chiesa in cui si sono sposati i miei genitori...

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